martedì 30 marzo 2010

bah

Testarda io...

testa dura...

l'ho sempre detto... con un muro faccio a gara.

"... e poi, e poi, e poi ci ha cancellato piano piano..."

sabato 6 febbraio 2010

Lettera aperta a me stessa

Qualcosa ho perso
Qualcosa ho trovato
Qualcosa avrò.

Ogni scelta che decidiamo per noi stessi, ogni via che vogliamo percorrere condiziona la nostra vita, in ogni campo, amore, amicizia, lavoro. Alcune sono giuste, o considerate tali nel momento stesso in cui si compiono, anche se poi ci si rende conto che "sarebbe stato meglio agire altrimenti". Altre sono sbagliate, ma chi non ne fa?
Tutto insegna, tutto è esperienza, tutto fa crescere... diciamo pure che "tutto fa brodo".

Ultimamente ho imparato tante cose, sono cresciuta, forse sono maturata un po'... come si matura ogni giorno, perché oggi è diverso da ieri, oggi non è la copia di ieri, oggi è nuovo, e domani lo sarà altrettanto.

Ho approfondito un'amicizia alla quale tenevo molto.
Mi sono rinvenuta su un'altra che ahimè ho sempre sopravvalutato (anche questo, per fortuna, mi ha aiutato a crescere) e che ho deciso di ridimensionare.
Voglio riprendermi completamente la mia vita, senza fare da filtro a nessuno col resto del mondo.
Non posso più, non devo più, badare a nessuno se non a me stessa.
Basta difese a spada tratta, basta giustificazioni.
La chioccia va in pensione! :-)

Vivere, è la MIA parola d'ordine!
Godermi la MIA vita è il mio progetto!

Pretendo troppo? ;-)

sabato 26 dicembre 2009

Natale

Pomeriggio di Natale.
Un appuntamento imperdibile.
Un orario indefinito.
Un e
mozione indescrivibile.

Verona. I suoi ponti, le sue chiese, il suo fiume.
Lei, una dama dal magico profumo di festa, di gioia, di amore, di serenità, di passione, di tutto.
Lei, che mi ha preparato una tela sulla quale dipingere e fermare alcuni istanti anch'essi magici, indimenticabili.

Lei, che mi ha permesso di conoscerla dal cuore alle arterie, alle vene... tutta. Lei, che col suo calore mi ha concesso qualche ora di armonia, magia, gioia...
Lei, che vista dall'alto di Castel San Pietro sembra non avere fine
.

venerdì 13 novembre 2009

Cucinare...

Voglia di cucinare, di riempire le mie mani di farina, sfoderare la forza delle mie braccia per inventare un nuovo dolce, un nuovo biscotto, un tipo ti pasta mai pensato prima.

Il verbo cucinare accompagna la mia vita da quando ero piccola, quando la domenica i miei genitori passavano la mattinata al mercato, e io, pensando di essere più furba di loro, fingevo di dormire ancora profondamente per poi sgattaiolare fuori dal letto appena sentivo il rombo della Ford partire. Correvo in cucina, aprivo un libro di ricette e creavo... che gioia quando tornavano a casa! Tutto era pronto da servire. Non ho mai fatto niente di elaborato, tranne una domenica che mi venne in mente di cucinare gli gnocchi alla romana... ricordo ancora il sapore... buoni ma di una pesantezza mastodontica! Avrò forse esagerato con il burro? Forse :-)

Alle superiori finita la quinta ora del sabato prendevo il Pollicino e andavo dalla nonna Mira (grande donna), mangiavamo insieme, io e lei, poi saliva le scale per raggiungere il suo sonnellino pomeridiano, e io restavo in cucina, spesso a leggere, oppure andavo in giardino. Ero impaziente che arrivasse l'ora magica, le 16, perché la nonna scendesse dalle scale, bevesse il caffè che le avevo preparato e iniziavamo a cucinare per la cena, per 11 persone, tutti i sabati. Io la aiutavo a impastare uova e farina e lei faceva il ragù. Ogni tanto ci scappava anche qualche dolce. Mamma, ti ricordi che spettacolo di torta all'ananas che ho fatto una di quelle sere?

Che ricordi! Quanti ricordi!

Oggi quando impasto ricordo con un po' di malinconia quei momenti, indelebili... mi mancano.

So che da qualche parte ci sei ancora, non mi hai abbandonato... a volte mi sembra perfino di sentirti salutare "ciao Francesca!"