sabato 26 dicembre 2009

Natale

Pomeriggio di Natale.
Un appuntamento imperdibile.
Un orario indefinito.
Un e
mozione indescrivibile.

Verona. I suoi ponti, le sue chiese, il suo fiume.
Lei, una dama dal magico profumo di festa, di gioia, di amore, di serenità, di passione, di tutto.
Lei, che mi ha preparato una tela sulla quale dipingere e fermare alcuni istanti anch'essi magici, indimenticabili.

Lei, che mi ha permesso di conoscerla dal cuore alle arterie, alle vene... tutta. Lei, che col suo calore mi ha concesso qualche ora di armonia, magia, gioia...
Lei, che vista dall'alto di Castel San Pietro sembra non avere fine
.

venerdì 13 novembre 2009

Cucinare...

Voglia di cucinare, di riempire le mie mani di farina, sfoderare la forza delle mie braccia per inventare un nuovo dolce, un nuovo biscotto, un tipo ti pasta mai pensato prima.

Il verbo cucinare accompagna la mia vita da quando ero piccola, quando la domenica i miei genitori passavano la mattinata al mercato, e io, pensando di essere più furba di loro, fingevo di dormire ancora profondamente per poi sgattaiolare fuori dal letto appena sentivo il rombo della Ford partire. Correvo in cucina, aprivo un libro di ricette e creavo... che gioia quando tornavano a casa! Tutto era pronto da servire. Non ho mai fatto niente di elaborato, tranne una domenica che mi venne in mente di cucinare gli gnocchi alla romana... ricordo ancora il sapore... buoni ma di una pesantezza mastodontica! Avrò forse esagerato con il burro? Forse :-)

Alle superiori finita la quinta ora del sabato prendevo il Pollicino e andavo dalla nonna Mira (grande donna), mangiavamo insieme, io e lei, poi saliva le scale per raggiungere il suo sonnellino pomeridiano, e io restavo in cucina, spesso a leggere, oppure andavo in giardino. Ero impaziente che arrivasse l'ora magica, le 16, perché la nonna scendesse dalle scale, bevesse il caffè che le avevo preparato e iniziavamo a cucinare per la cena, per 11 persone, tutti i sabati. Io la aiutavo a impastare uova e farina e lei faceva il ragù. Ogni tanto ci scappava anche qualche dolce. Mamma, ti ricordi che spettacolo di torta all'ananas che ho fatto una di quelle sere?

Che ricordi! Quanti ricordi!

Oggi quando impasto ricordo con un po' di malinconia quei momenti, indelebili... mi mancano.

So che da qualche parte ci sei ancora, non mi hai abbandonato... a volte mi sembra perfino di sentirti salutare "ciao Francesca!"

domenica 4 ottobre 2009

Passato, presente, futuro

Passato, presente, futuro... tre realtà, il primo lo conosco molto bene, il futuro non lo so... il presente lo vivo, spero, nel migliore dei modi.

Spesso mi sono chiesta se quello che stavo facendo era giusto o sbagliato. Non ho trovato molte risposte, solo sensazioni. Certo, di sbagli ne ho fatti... ma non ne rimpiango nemmeno uno. A volte mi chiedo quanto debba ringraziare anche quegli errori, che hanno dato un lauto contributo a ciò che sono oggi. Si, sono soddisfatta.
Ho imparato una cosa. Quando i progetti, i programmi vanno all'aria, mai scoraggiarsi. Cosa sono due o tre mesi nell'arco di tutta una vita? La mia vita non dipende da quei mesi, ma da come li vivo e li sfrutto.

Presente... che dire? Amarezza, speranza, gioia...
Amarezza perché i piani universitari non sono andati come previsto, di nuovo uno spostamento. Speranza per un piccolo progetto che mi può aprire qualche porta.
Gioia perché da un mese ho ricominciato a cantare! Non potete immaginare come mi sento dopo aver scoperto che ho una voce! Spesso mi sono sentita dire "io non ti sento"... acqua passata :-)

Futuro... ce la metterò tutta!

"L'amore è sempre nuovo. Non importa che amiamo una, due, dieci volte nella vita: ci troviamo sempre davanti a una situazione che non conosciamo. L'amore può condurci all'inferno o al paradiso, comunque ci porta sempre in qualche luogo. È necessario accettarlo, perché esso è ciò che alimenta la nostra esistenza. Se non lo accettiamo, moriremo di fame pur vedendo i rami dell'albero della vita carichi di frutti: non avremo il coraggio di tendere la mano e di coglierli. È necessario ricercare l'amore là dove si trova, anche se ciò potrebbe significare ore, giorni, settimane di delusione e di tristezza. Perché nel momento in cui partiamo in cerca dell'amore, anche l'amore muove per venirci incontro. E ci salva." Paulo Coelho - Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto.

lunedì 20 luglio 2009

Vita

Anni fa un collega di lavoro mi ha fatto leggere un foglio che ha appeso al suo banco nel reparto computer:

Un giorno, un professore entrò in classe, poggiò un barattolo su un tavolo e ci mise dentro alcune palline da tennis, fino all’orlo…Finita l’operazione, si rivolse ai suoi allievi, che lo fissavano incuriositi cercando di capire cosa stesse facendo.

Il professore disse: “ Allora ragazzi, ditemi. Vi sembra pieno questo barattolo? ” I ragazzi si guardarono tra loro, un po’ perplessi: uno dei ragazzi alzò la mano e disse “Ma certo che è pieno professore!”. L’uomo sorrise allo studente e scosse leggermente la testa; prese dalla sua borsa un sacchetto che conteneva delle biglie di vetro e ne mise un po’ dentro il barattolo.
Le biglie andarono a riempire gli interstizi che vi erano tra una pallina da tennis e l’altra… Il professore si rivolse nuovamente alla classe: “E adesso ditemi…È pieno il barattolo? ”.
Una ragazza annunciò che sì, adesso era pieno, e si girò a guardare con un’espressione soddisfatta il ragazzo che aveva risposto prima; ma il professore le disse che anche lei aveva dato una risposta superficiale, causandole un rossore di vergogna in volto. Subito dopo tirò fuori dalla borsa un altro sacchetto, questa volta colmo di sabbia. Con delicatezza lo prese dalle mani, lo aprì e ne verso l'intero contenuto nel barattolo.
La sabbia, chiara e sottile, si insinuò in ogni angolo, riempì ogni spazio, anche il più piccolo e recondito.
Finita l’operazione mise i sacchetti nella sua borsa, guardò per un po’ il barattolo sulla sua scrivania; poi, spostando lo sguardo sui ragazzi chiese loro: “Allora, adesso possiamo considerarlo pieno questo barattolo oppure no? ”. I ragazzi rimanevano in silenzio, spostando lo sguardo ora sul barattolo, ora sul professore, senza osare rispondere…
A quel punto, il professore ruppe il silenzio che era sceso: “Ragazzi, questo barattolo rappresenta la vita. Le palline da tennis sono la famiglia, gli amici, gli amori, … Le biglie sono l'istruzione, il tempo libero, … La sabbia, invece, sono le cose materiali: la macchina, il cellulare, i vestiti firmati…
Questo barattolo è pieno, ma la parte più importante è costituita dalle palline e dalle biglie…Se riempirete la vostra vita di sabbia, non rimarrà più lo spazio per le cose davvero essenziali della vita, le cose più solide e sicure. La sabbia è parte della nostra vita, ma non serve che a riempire piccoli spazi, a completare il tutto. Ricordate sempre che la famiglia, gli amici, gli amori, devono venire prima di tutto; solo grazie alla loro presenza sarà possibile avere una vita variegata, piena di cose diverse, proprio come lo è questo barattolo. Se darete più importanza alle cose superficiali della vita, ne avrete come risultato un triste barattolo uniforme e noioso, il cui contenuto può essere facilmente spazzato via dal primo soffio del vento…"

Palline da tennis

Famiglia, Amore, amici... mi considero ampiamente fortunata.

Ho una famiglia splendida, da ringraziare ogni giorno che passa.
Ho un fidanzato che mi adora, che mi ama, che mi stima per come sono, con i miei difetti e i miei pregi, e che non vuole farmi diventare a sua immagine e somiglianza.
Ho degli amici che... non ho parole... sono parte dell'ossigeno di cui ho bisogno, insieme al mio uomo e alla mia famiglia.
Le palline da tennis le ho tutte :-)

Biglie.

Per l'istruzione... ho impiegato più tempo del necessario, con qualche errore di percorso, con il lavoro di mezzo, con varie ed eventuali che hanno rallentato il corso, ma sono quasi arrivata alla fine... la vedo... non manca molto per tagliare il traguardo. Ancora qualche sacrificio e tutto ciò che arriva me lo sarò meritato.
Tempo libero? Uhm... in questo periodo ne ho proprio poco. Se per tempo libero si intende fare un po' di sport, un giro per negozi, una sana dormita, un viaggio... beh, allora non ne ho, purtroppo... ma ne avrò... sono certa che ne avrò... toccherà anche a me stendermi sotto una palma, in riva all'oceano, a sorseggiare un centrifugato di papaya!

Sabbia.

Dunque, vestiti firmati ne ho pochi, e comunque ho le prove che durano di più degli altri; soldi... uhm... quelli sono sempre pochi, tra fotocopie, caffè d'orzo, gelato, tessera mensa, qualche uscita e un po' di spesa (il minimo sindacale) fatico a mettere via anche le formelle... la formichina non mi viene bene per ora...
Cellulare... quello sì, quasi defunto ma ce l'ho.
Di superfluo mi rendo conto di aver molto poco, per fortuna... ma anche quel poco aiuta a riempire gli spazi vuoti lasciati dalle palline e dalle biglie.

A 29 anni, con questo "quadro clinico" non mi posso certo lamentare, no? L'unico neo è dato dall'università... a volte mi sento vecchia... poi penso che sono quasi arrivata alla fine e mi rincuoro. Basta dipendere dai genitori (a 29 anni...!)
Il 2009 mi sta dando diverse soddisfazioni. Ho avuto alcune delusioni, ma non fa niente... la vita ci riserva anche queste, bisogna prenderne atto, capire perché per come e per quando sono arrivate, analizzarle, e trovare una soluzione. Esiste? bene, si tenta. Non esiste? pazienza, si va avanti, pronti per il prossimo "giro di giostra" (come disse Terzani). Ho avuto delle grosse soddisfazioni, che mi fanno guardare allo speccio e sorridere finalmente alla vita. Che gioia poter sorridere davvero, oggi.

Il mio barattolo non è ancora pieno... e non voglio che lo diventi, almeno per i prossimi 80 anni... nel frattempo faccio del mio meglio per... aumentare le dimensioni del barattolo, e non essere mai sazia di vita!